Kyoto, 2019/8/21
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Sabato scorso, per lavoro, sono andato a Shinagawa (Tokyo). Nell’occasione ho avuto modo di conoscere la mia amica di Instagram Rie. Abbiamo passato la mattinata insieme, mangiando un’ottima colazione e visitando il Sengakuji, il tempio in cui riposano i celeberrimi 47 ronin.
Un luogo particolare, nonostante sia vicino ad una strada grande e trafficata, al suo interno vi era silenzio e pace. All’interno del Sengakuji, le gesta di quegli uomini, assunti a ruolo di eroi nella cultura e nella tradizione giapponese (e non solo) riecheggiavano delicatamente intorno a me. Dedizione totale, annullamento dell’io, senso di appartenenza, onore vendetta giustizia e tanto tanto altro ancora; una storia resa immortale, che è giunta fino a noi e che proseguirà, sicuramente, anche dopo di noi.
Una giornata calda, umida, con ininterrotti frinii di cicale, eppure l’atmosfera non ne risentiva affatto. Il Sengakuji è un tempio di modeste dimensioni, piuttosto spartano ma dignitoso. L’ingresso è gratuito e vi è anche il museo, a pagamento, in cui si posso ammirare i vestiari e le armature di coloro i quali parteciparono all’impresa. Sulla sinistra, in fondo, vi sono le tombe dei ronin, ognuna con il proprio nome e davanti ad esse è posta una targa bilingue, in giapponese ed in inglese, in cui è descritta la tragica storia (su internet si trova facilmente, ad esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Quarantasette_ronin).
Quando ero studente, a Roma, ebbi modo di studiare quel periodo storico e quell’evento in particolare; così, a distanza di tanti anni, il trovarmi nel luogo in cui riposano questi guerrieri, il trovarmi di fronte alle loro tombe mi ha riportato indietro nel tempo, nel mio e nel loro, emozionandomi.
Dalla stazione di Shinagawa, a piedi, dista circa 15 minuti e a mio modesto avviso merita di essere visitato.
Avete avuto le stesse sensazioni o avete provato differenti emozioni visitando il Sengakuji? Sentitevi liberi di commentare qui sotto, vi srisponderò con piacere il prima possibile.
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