Hiroshima e Miyajima

Kyoto, 2019/9/19

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Lo scorso 14 agosto, a distanza di 7 anni sono andato, per lavoro, a Hiroshima e a Miyajima. In quell’occasione ci ero andato con mia moglie, come regalo per il suo compleanno. Era febbraio ma ancora mi ricordo lo stupore ed il conseguente freddo nel trovare tanta neve. Il santuario di Itsukushima Jinja era bellissimo: il suo caldo e luminoso color rosso candidamente coperto dai numerosi e incessanti fiocchi di neve.

 

Questa volta, invece, non c’era la neve ad aspettare me ed i miei clienti ma una situazione di allerta per l’arrivo imminente del tifone. Giunti in stazione ho chiesto informazioni e, come sempre accade, ho ricevuto tutte le notizie con grande gentilezza e disponibilità da parte del personale.

 

Il programma era di visitare prima Hiroshima e poi, nel pomeriggio, andare a Miyajima, pernottare in un ryokan e ripartire il giorno seguente. Ma, come scritto poche righe fa, a causa del tifone al Centro Informazioni mi è stato detto che con grandissima probabilità sia i traghetti che i treni sarebbero stati fermati dal tardo pomeriggio, consigliandomi, quindi, di invertire l’itinerario: prima Miyajima e poi Hiroshima con ritorno a Kyoto entro sera. E così abbiamo fatto.

 

Miyajima

Saliti sul traghetto e salpati in direzione Miyajima, giunti in prossimità del famoso torii iniziano le prime fotografie. Purtroppo il grande portale sull’acqua era ancora in ristrutturazione e le impalcature lo circondavano, limitando, di molto, il suo splendore. Giunti sull’isola ci siamo mossi in direzione del santuario di Itsukushima Jinja. La pioggia, a intermittenza, seguiva il nostro cammino. Ancora una volta, dopo questi anni, ad attendermi c’erano tanti cerbiatti, abituati alla presenza umana, in cerca di cibo e, forse, di qualche carezza.

 

Il santuario era come me lo ricordavo, bello, semplice ed elegante. Nonostante l’imminente arrivo del tifone numerosi turisti erano lì a visitarlo; una breve fila si era formata davanti all’ingresso, pochi minuti soltanto. Purtroppo il torii era in manutenzione e non è stato possibile ammirarlo nel suo pieno splendore. A pranzo ci siamo fermati in un ristorantino nelle vicinanze ed abbiamo mangiato bene; tutti soddisfatti. Dopodiché passeggiata, sotto una tenue pioggerellina, fino al porto per rientrare a Hiroshima.

 

Hiroshima

Proprio come 7 anni fa, alla vista del Memoriale della pace, un senso di pietà e di sconforto ha scosso il mio spirito ed il mio corpo. Cosa è in grado di fare l’essere umano. Sarei voluto entrare anche io al museo e rivivere ancora le memorie di quell’orrore ma ho dovuto risolvere al telefono il problema della valigia di una mia cliente che era stata bloccata alla dogana. Spero di vere altre occasioni, lavorative o meno, per tornare ancora a Hiroshima.

 

Verso il tardo pomeriggio, raggiunta la stazione, siamo ripartiti in tempo per Kyoto evitando, così, l’arrivo del tifone ed il conseguente stop degli shinkansen. Una giornata lunga, ricca e coinvolgente. Ringrazio tutti gli operatori della stazione di Hiroshima per la loro diponibilità e accuratezza nel darmi tutte le informazioni necessarie per visitare in giornata i luoghi stabiliti e per rientrare a Kyoto in sicurezza.

 

Anche voi avete avuto forti emozioni davanti al Memoriale della Pace e durante la visita del museo? Vi è piaciuta l’isola di Miyajima?

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